L’AQUILA – E’ durata quasi quattro ore la protesta di sei dipendenti del Centro turistico del Gran Sasso, saliti dalla mattina su un pilone di circa 50 metri. Alla base del gesto, oltre allo sviluppo dell’area anche i contratti di lavoro. Momenti di tensione ci sono stati tra loro e il direttore amministrativo del Ctgs, Angelo De Angelis, accusato di non garantire la proroga dei sei contratti ‘part time verticali’, ovvero che lavorano solo nella stagione invernale e poi non percepiscono reddito. Polemiche anche per l’assenza di esponenti dell’amministrazione comunale sul luogo della protesta. Sul posto sono arrivati i carabinieri della stazione di Assergi (L’Aquila) e gli agenti della Digos della Questura dell’Aquila.
Cgil, Cisl, Uil: solidarietà ai lavoratori del Centro turistico del Gran Sasso
“Il piano industriale del Gran Sasso è una necessità assoluta per lo sviluppo turistico del comprensorio aquilano e dell’intera provincia. La nostra piena solidarietà va ai dipendenti del Centro turistico che, questa mattina, hanno inscenato una manifestazione di protesta salendo un un pilone di 50 metri della funivia di Fonte Cerreto per chiedere, a gran voce, certezze sul futuro occupazionale dell’azienda e delle maestranze e un impegno concreto per il rilancio e la valorizzazione della montagna aquilana”. I segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Umberto Trasatti, Paolo Sangermano e Michele Lombardo, appoggiano la protesta dei lavoratori del Centro turistico, che chiedono la proroga dei contratti part-time verticali, che a tutt’oggi l’azienda non è in grado di garantire. “Il problema occupazionale”, affermano Trasatti, Sangermano e Lombardo, “è strettamente connesso al rilancio dell’intera area, che passa attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture e impianti di risalita. Il Centro turistico del Gran Sasso deve impegnarsi a garantire la proroga dei contratti part-time ai dipendenti che lavorano solo nel periodo invernale, ma il problema è ben più vasto. Il piano industriale varato dal Comune deve viaggiare a ritmo serrato, superando l’opposizione delle associazione ambientaliste, che rischia di vanificare gli sforzi compiuti finora per la redazione di un progetto che prevede la realizzazione di nuove infrastrutture e centri di accoglienza, indispensabili per il rilancio turistico ed economico del Gran Sasso. Contestare la nuova seggiovia delle Fontari, posta, tra l’altro, a poche decine di metri da quella attuale”, incalzano Cgil, Cisl, Uil, “significa impedire la crescita di Campo Imperatore e di tutto il settore del turismo legato alla montagna”. Cgil, Cisl, Uil sottolineano, ancora l’aspetto occupazionale: «Solo con un adeguato ammodernamento delle strutture esistenti e con la realizzazione di nuove opere per l’accoglienza dei turisti”, concludono Trasatti, Sangermano e Lombardo, “sarà possibile dare stabilità ai lavoratori del Centro turistico del Gran Sasso».