L’AQUILA – “Bhuran Kapplani, all’epoca dei fatti per i quali e’ processato, era capace di intendere o di volere, non essendosi rilevata patologia psichiatrica di interesse medico-legale. Il giudizio di imputabilita’ esclude il doversi pronunciare sulla pericolosita’ sociale in senso psichiatrico”.
E’ quanto hanno sostenuto in aula i periti Stefano Ferracuti e Giulio Sacchetti, nominati dal collegio dei giudici dell’Assise dell’Aquila, in relazione al duplice omicidio da parte dell’imprenditore albanese, della moglie e del nuovo compagno di lei, fuori il supermercato “MD a Bazzano, nel gennaio dello scorso anno. Entrambi furono uccisi a colpi di pistola. L’uomo fu arrestato poco dopo dai carabinieri a poca distanza.
“E’ invece indubbio – scrivono i consulenti nella loro relazione – che fattori culturali abbiano contribuito a slatentizzare la violenza distruttiva, vuoi che siano riferibili a codici etici basati sulla vendetta, vuoi che siano legati a modalita’ di relazione basate su un discreto grado di prevaricazione ed elevata emotivita’ espressa. Tutta via questi fattori sociali, non possono avere alcun valore in termini medico-legali ai fini dell’impunibilita’”.
“All’esito delle indagini effettuate sulla base del colloquio clinico – scrivono sempre i periti – riteniamo che Kapplani presenti condizione depressivo-ansiosa reattiva a una serie di stress verificatesi negli anni. Non si sono trovati elementi clinici tali da poter affermare la presenza di un grave disturbo della personalita’, ne’ la ricostruzione della criminodinamica e della criminogenetica del fatto reato consente di poter affermare che vi sia stato uno sviluppo delirante al momento del fatto”. L’udienza e’ stata aggiornata a luglio quando e’ prevista la sentenza.