Peccato che spesso chi scrive lo fa senza avere informazioni corrette e troppo spesso solo per fare notizia con il titolo ad effetto. Peccato che non ci si accorga della delicatezza di alcuni discorsi, della pesantezza di alcune parole. Argomenti delicati, come ad esempio il futuro della vita di richiedenti asilo, dovrebbero essere trattati con molta più attenzione e rispetto. Rispetto nei confronti di quei ragazzi che per fondati motivi di incolumità sono costretti ad abbandonare le loro case, le loro famiglie, i loro cari, per cercare fortuna altrove. Fortuna sì! Cosa c’è di male? Chi di noi non desidera il meglio per il proprio futuro, per il proprio figlio, per la propria famiglia? Ad oggi purtroppo in molti paesi, tensioni e lotte interne rendono impossibile la vita di tante persone che sono costrette a fuggire. Fuggire, scappare, darsi alla fuga, per salvare la propria vita ed il proprio futuro.
Per fortuna nel secolo scorso l’Italia e la Comunità Europea hanno fatto passi in avanti di civiltà e maturità, ma non si sa per quale motivo a volte devono essere messi in dubbio da finti moralizzatori e da veri banalizzatori che per giunta rischiano anche di alimentare inutili ed immotivate tensioni sociali.
E’ proprio per i grandi passi in avanti compiuti che il nostro paese e la Comunità Europea si sono dati delle leggi che OBBLIGANO, sì, OBBLIGANO, uno stato europeo a garantire a qualsiasi migrante il DIRITTO ALLA RICHIESTA DI ASILO. E’ per questo che i respingimenti in mare attuati anni fa erano e sono stati dichiarati illegali. Perché è diritto di ogni migrante chiedere asilo e dovere dello stato di competenza dare accoglienza ai richiedenti asilo fin quando le richieste non vengono riconosciute o negate da apposite commissioni territoriali.
Ed allora banalizzare con titoli ad effetto è troppo semplice, più difficile andarsi ad informare, capire l’importanza e l’imponenza di un fenomeno, quello dei richiedenti asilo, verso il quale si dovrebbe avere più rispetto. Rispetto nei confronti di quei 100.000 ragazzi che quest’anno sono scappati dalla Siria, dalla Libia, dall’Iraq, dal Bangladesh, dalla Somalia o dall’Eritrea, perché se non fossero partiti avrebbero avuto poche possibilità di vivere a lungo ed allora rischiano, rischiano il tutto per tutto, anche con la possibilità di diventare uno tra quei 2000 che quest’anno sono morti sul fondo del mar Mediterraneo.
E allora dove è la notizia? Dove se le prefetture, per rispondere alle normative, indicono un regolare, trasparente e pubblico bando di affidamento dei servizi, oltretutto con offerta al ribasso, per garantire questa accoglienza?
E’ imbarazzante leggere “il cavallo di Troia del gruppo di migranti, sarebbe stato un bando emesso dalla Prefettura aquilana stessa”. Sembra addirittura si voglia alludere ad un accordo tra i migranti e la prefettura, ma lasciamo perdere.
Per quanto riguarda il “business degli aiuti umanitari” (titolo ad effetto) di certo ce ne sono stati e ce ne saranno ma non credo sia questo il caso. Con un minimo di ricerca chiunque potrebbe scoprire che nel 2011 l’accoglienza veniva data in gestione tramite le deroghe della Protezione Civile che l’assegnava a chiunque alzasse la mano ad un costo, pro-capite pro-die di 45 euro al giorno, a dispetto dei 30 euro pro-capite pro-die riconosciuti oggi.
Dovremmo essere fieri che nella nostra provincia strutture riconosciute, dietro bando pubblico, stanno gestendo l’accoglienza con attenzione al fine di garantire ai richiedenti asilo una vita dignitosa e cercando di creare delle opportunità di crescita anche per il nostro contesto territoriale.
Già!
Già perché i 15 richiedenti asilo provenienti dal Mali e dal Ghana (andate a leggere la descrizione di quei contesti territoriali…provate ad immaginare di nascere in quei territori…) ospitati a Castel del Monte, sono alloggiati in un appartamento (non in una palestra) che il Comune mette a disposizione dietro specifica convenzione sottoscritta con il Comitato Territoriale Arci L’Aquila e per il quale l’Associazione rimborsa le utenze ed il vitto che viene fornito.
Già perché in paese sono state create due piccole posizioni lavorative per due giovani castellani che collaborano con il progetto.
Già perché i ragazzi ospiti del centro si riforniscono nel forno e nell’ alimentari del paese.
Già perché i ragazzi collaborano in attività di volontariato alla gestione ed alla manutenzione del verde pubblico.
Già perché dei 30 euro pro-capite pro-die che vengono riconosciuti alla nostra associazione, 2,50 vengono dati sotto forma di pocket money ai ragazzi mentre i rimanenti 27,50, vengono distribuiti sul territorio sotto forma di vitto, di acquisti di materiali e servizi, di personale.
Già perché la ricchezza dell’incontro e dello scambio sono valori aggiunti su cui ognuno di noi dovrebbe investire.
*Coordinatore Progetti Accoglienza