Nella giornata di ieri, Giovedi 13 Novembre 2014, un atto di vero e proprio dispotismo e censura è stato attuato nei nostri confronti, volto a chiuderci la bocca e a soffocare il nostro pensiero, calpestando l’inviolabile diritto della libertà di espressione.
Sono stati rimossi i nostri due striscioni, attaccati in città, nell’abituale location della rotatoria nei pressi dello stadio e nella zona di Piazza D’Armi.
Il primo era dedicato alla memoria di una ragazzo che a soli 26 anni ha perso la vita per mano dello stato, ebbene si, lo stesso stato che assolve se stesso e che si colloca al di sopra e al di fuori della legge, come accaduto nella vergognosa sentenza di appello del processo “Grandi rischi” (tema del nostro secondo striscione).
La cosa assurda è che a far rimuovere i nostri striscioni sia stato il Comune, lo stesso Comune, che per bocca del Sindaco ha dichiarato, subito dopo la sentenza del processo alla commissione grandi rischi, che “è stata riaperta una ferita”.
Cosa ancor più grave, che l’ordine sia partito da un “aquilano”, il dirigente del Settore Risorse Finanziario Fabrizio Giannangeli, che con questo suo sconsiderato gesto ha avuto una totale mancanza di rispetto nei nostri confronti e nei riguardi di tutti i parenti delle vittime del terremoto che ancora sperano di avere giustizia, oltre ad aver dimostrato scarsa sensibilità e mancanza di buon senso.
In tanti anni è la prima volta che ciò accade e non ci si venga a dire che dovevamo chiedere i permessi per l’affissione (cosa che non abbiamo mai fatto).
Se proprio si ha il misero coraggio di nascondersi dietro questa pretestuosa motivazione, è doveroso ribadire con forza che non tollereremo più che ciò accada nell’immediato presente, come in un prossimo futuro.