L’AQUILA – Nasce la Rete oncologica della Asl 1 (la prima in Regione) destinata a segnare una svolta sul territorio in chiave anti-tumori: visite e controlli si sposteranno nel distretto sanitario e il paziente farà terapia a casa (per lo più per via orale) e solo se necessario si ricorrerà all’ospedale.
E’ il nuovo corso, avviato 2 mesi fa dalla Direzione aziendale della Asl 1, guidata dal Manager Giancarlo Silveri, incentrato su un nuovo modello di assistenza oncologica, assicurata tramite un’azione integrata distretto-ospedale-Adi (assistenza domiciliare) e hospice (cure palliative). Obiettivo: rendere più efficienti ed omogenee, sul territorio, prevenzione e cura, portandole il più vicino possibile al luogo di residenza del paziente, con terapie personalizzate.
Il primo passo di questo ambizioso progetto – da attuare compiutamente entro il 2017 – è stato compiuto durante lo scorso mese di ottobre. E’ stata infatti istituita l’ Unità semplice dipartimentale territoriale, coordinata dal prof. Enrico Ricevuto. La neonata struttura, incaricata di dare un ‘taglio’ marcatamente territoriale all’assistenza oncologica, è collocata all’interno dell’ospedale S. Salvatore.
Nel primo mese di attività (appunto, ottobre), l’Unità territoriale ha seguito 255 malati con tipi di cancro che hanno una più alta incidenza (prevalentemente neoplasie gastrointestinali, della mammella, del polmone, genito-urinari e cerebrali). In questa fase di avvio del progetto è stata analizzata la ‘dispersione’ territoriale dei 255 pazienti esaminati: la metà è di L’Aquila e dintorni, il resto proviene dalla Marsica e da Sulmona, oltre che da altre ASL abruzzesi e dal Lazio.
Un quadro che segnala la necessità di introdurre un riequilibrio e dunque la necessità di ‘redistribuire’ l’utenza nelle aree di residenza, affidandola ai distretti sanitari. Per centrare tale obiettivo è prevista l’attivazione di almeno un ambulatorio nelle diverse aree della provincia: L’Aquila, Marsica (nei presìdi territoriali di assistenza di Tagliacozzo e Pescina) e Sulmona.
Gli ambulatori – in cui si farà prevenzione (visite e controlli) e verranno prescritti i percorsi terapeutici – avranno un oncologo e un infermiere dedicato, che si occuperanno cioè di una determinata patologia tumorale. Una strategia in piena sintonia con i dati, elaborati nel mese di ‘osservazione’, da cui si evince che sono due i tipi di neoplasie più diffusi- quelli del colon retto e della mammella- su cui sviluppare il programma oncologico territoriale.
Terapie innovative a casa.
Le terapie a domicilio saranno possibili grazie ai cosiddetti farmaci ‘intelligenti’, prodotti biotecnologici (in forma di compresse), creati in laboratorio e assunti per via orale. Le cure personalizzate sul paziente saranno possibili grazie a diagnosi sul Dna (tramite biomarcatori),fatte con prelievo di sangue nei pazienti, già affetti dai vari tipi di neoplasie o a rischio tumori.
La nascita della rete oncologica si accompagnerà alla creazione di un registro dei tumori che in regione attualmente non esiste.