L’AQUILA – Dopo i grandi proclami degli ultimi mesi del 2014, attraverso i quali ci è stato raccontato che sono state stanziate le risorse necessarie alla ricostruzione e che va tutto bene, il sogno è stato tristemente cancellato dalla realtà dei fatti.
Dal 1 gennaio 2015, infatti, l’Ufficio per i pagamenti dei Sal (Stato di avanzamento lavori) del settore Ricostruzione privata è bloccato.
Se ne attribuisce la causa alla mancanza dei dipendenti di Abruzzo Engineering ma la verità è che il Comune dell’Aquila non è stato essenzialmente in grado di organizzarsi.
Ricorderemo tutti come ci abbiano raccontato che il concorsone avrebbe risolto le carenze di personale, consentendo finalmente di far fronte alle moltiplicate esigenze dovute alla mole di lavoro legato alla ricostruzione. Oggi scopriamo che così non è anche, e soprattutto, per l’incapacità di organizzare gli uffici da parte di una politica comunale sempre improvvisata e gestita in maniera inadeguata da Cialente e dal Partito Democratico. E infatti non sono stati in grado di comprendere che non andavano affidati in maniera esclusiva ad Abruzzo Engineering, società esterna, , compiti fondamentali nel processo della verifica dei Sal.
Tutta la filiera, collo di bottiglia di un processo burocratico che viene da molto lontano, è composta oggi da 5 dipendenti a tempo indeterminato, cui se ne aggiungono altri due a tempo determinato ma, per precedenti suddivisioni di mansioni effettuate in maniera improvvida, non c’è nessuno, ad esempio, che si occupa della verifica dei Durc (Documento unico di regolarità contributiva). Sono dunque giacenti circa 400 richieste ad esso relative, visto che questo compito è stato svolto fino a dicembre scorso, esclusivamente, dai dipendenti della società, convenzionata con l’Ufficio speciale per la ricostruzione e non con il Comune.
Eppure che la convenzione con AE fosse in scadenza a dicembre era cosa nota a tutti. Tuttavia la politica locale, capitanata dal signor “La ricostruzione siamo io e il mio partito,” non è stata in grado di programmare e tanto meno di riorganizzare le risorse interne per tempo.
Il risultato è che, ad oggi, le imprese rischiano il blocco dei pagamenti (a tempo indeterminato). Di conseguenza i cantieri si fermeranno, con evidenti ricadute nefaste in campo occupazionale, e i cittadini dovranno prolungare la loro permanenza forzata fuori casa, ed essere assistiti a carico delle finanze pubbliche, per cause non certo impreviste o imprevedibili.
Peraltro il rischio di ricorsi nei confronti del Comune, anch’essi pagati dunque dalla collettività, diventa reale.
Cittadini, imprese e i coraggiosi dipendenti del Settore Ricostruzione Privata, costretti a fare da parafulmine a causa di altri, aspettano risposte immediate nel merito.
L’Amministrazione dia tempi certi di riorganizzazione dell’Ufficio senza perdere altro tempo, assumendosi, per una volta, la responsabilità di fronte ai cittadini, alle associazioni di categoria, ai sindacati, ai propri dipendenti e, insomma, di fronte alla città, del grave errore e corra immediatamente ai ripari.
Il Consigliere comunale
Emanuele Imprudente
Capogruppo L’Aquila città aperta