L’AQUILA – L’ospedale San Salvatore ha l’esclusiva regionale di un esame-verità sulla cardiopatia ischemica che decifra i sintomi atipici, un esame richiestissimo dai medici della costa che in un anno hanno indirizzato quasi 80 pazienti nel capoluogo regionale. Si tratta della cardioTac di 640 strati, macchinario di altissima tecnologia che con un ‘flash’ scattato al cuore permette all’istante di chiarire non i sintomi tipici che evolvono in un infarto bensì i segnali ambigui e incerti, molto difficili da interpretare per lo specialista.
Si tratta di dolori al petto non riconducibili alla sintomatologia classica dell’infarto oppure di condizioni di affanno moderato sotto sforzo. Nel 2014 le prestazioni della Cardiotac, in uso da 2 anni alla cardio-radiologia dell’ospedale di L’Aquila, di cui è responsabile il prof. Ernesto Di Cesare, sono risultate assai gettonate, in particolare da Chieti che ha affidato all’ospedale di L’Aquila 45 pazienti ‘dubbi’; consistente anche la quota di ‘targa’ pescarese (30 esami) e a seguire Teramo (15). Numeri importanti perché si tratta di un esame a cui si ricorre solo quando non si dirada la cortina di incertezza legata a sintomi inconsueti. Un accertamento che, oltre a non essere invasivo, ha il vantaggio, rispetto ad altri tipi d’indagine, di avere una bassissima esposizione alle radiazioni.
Il flusso di pazienti, provenienti dall’Adriatico (la cosiddetta mobilità attiva), è stato generato da una strategia aziendale che fa leva su un capitale tecnologico prezioso, imperniato su ‘tesori’ della tecnica come appunto la Cardiotac, attiva da poco più di 2 anni all’Aquila e costata circa 1 milione di euro. Un investimento già ampiamente ripagato in termini di ritorno economico e di attrattività su altre realtà abruzzesi ed extra regionali. Oltre a costa abruzzese e dintorni, la cardio-radiologia del San Salvatore, con l’accertamento- verità sull’infarto, ha conquistato anche il ‘cuore’ di una regione limitrofa come il Lazio, da cui si sono spostati in un anno 32 pazienti. Invece, per raggiungere il San Salvatore, hanno percorso distanze maggiori i 10 pazienti residenti in Puglia, i 3 in Campania e i 4 in Calabria.
Prestazione in aumento.
A certificare l’importanza che riveste la cardio- Tac per lo specialista del cuore c’è il costante incremento degli esami, passati dai 600 del 2103 ai 618 dell’anno scorso. 403 accertamenti, sul totale complessivo degli esami, sono stati effettuati su pazienti residenti nell’aquilano e 74 da aree interne della Provincia di L’Aquila.
“La fascia d’età prevalente per la quale viene richiesta questa verifica”, dichiara il prof. Di Cesare, “è compresa tra 45-70 anni, ed è in maggioranza il sesso maschile quello più a rischio. Le donne invece, fino ai 50 anni, sono protette dagli estrogeni ma con l’arrivo della menopausa perdono le difese e diventano ancora più a rischio dei maschi. Da ribadire che la CardioTac”, aggiunge Di Cesare, “va fatta solo quando si è in presenza di disturbi non riconducibili alla caratteristica sintomatologia dell’infarto o dell’angina. In presenza di quest’ultima sintomatologia ,infatti, non vi sono dubbi da sciogliere e dunque vanno fatti i consueti esami specifici prescritti dal cardiologo”