La settimana scorsa avevamo espresso fortissime perplessità sulla delibera del 4 marzo con cui la Giunta regionale distribuisce 5 milioni di euro a pioggia a 123 comuni abruzzesi per interventi sulle strade.
Senza alcun bando sono stati finanziati 123 comuni su 305. Come è avvenuta la scelta? Come sono stati scelti i comuni da finanziare?
La lettura della delibera finalmente pubblicata sul sito della Regione non solo conferma ma rafforza il giudizio negativo sulla vergognosa operazione dalfonsiana.
Mentre gran parte dei comuni abruzzesi ignoravano l’opportunità offerta dalla Regione fino all’ultimo i sindaci che avevano avuto la soffiata inviavano richiesta di fondi.
Infatti nel testo della delibera il numero dei Comuni è 119 ma nell’allegato diventano 123 per far spazio agli ultimi arrivati.
Ci sono comuni ammessi al finanziamento di cui non risulta nemmeno il numero di protocollo di arrivo in Regione (avranno chiesto i fondi per sms?). Per la precisione 4 mancano di protocollo di invio, 3 di protocollo di arrivo.
Le richieste di 25 comuni sono arrivate in Regione lo stesso giorno della delibera! Più di 90 da gennaio 2015 man mano che probabilmente si avvisavano le amministrazioni amiche. C’è anche qualche ripescaggio: un comune viene finanziato sulla base di un telegramma del 2011!
In molti casi le domande dei comuni non indicano neanche per quale progetto richiedano fondi.
La cifra erogata è uguale per tutti i “fortunati”: 40.000 euro.
Ad alcuni si dà molto meno di quanto hanno chiesto, ad altri di più. Il risultato è che nella maggior parte dei casi con quei soldi si pagherà al massimo un progettista.
Siamo di fronte a un finanziamento a pioggia ma con la massima discrezionalità politica e dirigenziale visto che quasi due terzi dei comuni non erano a conoscenza dell’opportunità.
Un pasticcio amministrativo condito in salsa clientelare che mostra l’assenza totale di programmazione e criteri di priorità.
Infatti come si legge sono stati modificati i precedenti criteri di concessione ed erogazione dei contributi ed è stata eliminata l’istruttoria attraverso progetti preliminari che avrebbe consentito programmazione.
Il comunicato del Presidente D’Alfonso parla di “solidale considerazione per i comuni che hanno sofferenza nell’attività di manutenzione”. Cosa commovente. Ma come poteva un comune segnalare le proprie sofferenze se non c’è stato un bando a cui rispondere? La solidarietà ha riguardato solo chi aveva un santo in paradiso.
Non vorrei che D’Alfonso abbia scelto i comuni a cui erogare i contributi in base ai suoi giri elettorali.
E’ evidente che siamo di fronte a una delibera che contrasta con qualsiasi principio di corretta amministrazione.
Data l’assenza di bandi e criteri di selezione non si può che esigere la revoca della delibera. D’altronde la stessa Giunta D’Alfonso, a luglio, ha revocato in autotutela le sette delibere dell’Esecutivo Chiodi relative all’ attribuzione dei fondi ex Pain, pari a 16,9 milioni di euro, perché avvenuta “senza rispettare il criterio della programmazione e dell’individuazione delle priorità”. Quanto dichiarato allora vale 1000 volte di più per questa delibera della vergogna.
*Rifondazione Comunista