L’AQUILA- Giovanni D’Amico e Giuseppe Di Pangrazio e la stessa Stefania Pezzopane hanno preso un abbaglio quando affermano che dalla Regione Abruzzo non ancora arrivano segnali per un impegno a favore dell’Aquila “Capitale europea della Cultura 2019”.
Non lo dice il governatore Gianni Chiodi, ma l’assessore comunale della giunta Cialente Marco Fanfani.
Per essere più precisi Fanfani non fa una dichiarazione esplicita, ma dalle sue affermazioni appare chiaro che la Regione disse di sì subito, fu coinvolto anche il governo, ma il problema era finanziario.
“Bisognava scoprire mezzo milione di euro- dice Fanfani- e trovare tanti soldi di questi tempi e difficile. La Regione e il governo erano disponibili, ma il problema finanziario ha condizionato tutto”.
“Devo essere leale- ha aggiunto- e dire la verità. Affermare il contrario, attaccare la Regione non sarebbe onesto”. Insomma il Comune che smentisce se stesso.
Certo in campagna elettorale il vizietto è sempre quello di fare demagogia. Se accade questo la colpa è non è mia, insomma.
Se poi l’interlocutore è di diverso segno politico, diventa facile addossargli tutte le responsabilità, ad esempio, di un mancato evento come minaccia di diventare quello dell’ ‘Aquila Città della Cultura 2019′. Ma Fanfani non ha perso tutte le speranze.
“La nostra città- afferma- ha concorrenti agguerriti come Venezia. Ma tutto è ancora possibile”. E si rivolge agli imprenditori.
“Col terremoto hanno preso bei soldi. Basta pensare alla ditta che ha vinto l’appalto per i bagni chimici delle tendopoli. Ecco, perché questa ditta non si fa avanti e finanzia un evento del genere?”