L’incontro di questa mattina tra sindacati e vertici della Asl 1 nella sede provinciale di via Saragat, durato quattro ore, che avrebbe dovuto chiarire una volta per tutte come superare le criticità che il sistema sanitario provinciale vive da anni, e aggravate dalla grave crisi del sistema organizzativo e dei servizi sanitari causata dall’attacco informatico, ha rimarcato, invece, le opposte posizioni: di tempo perso, inadeguatezza dei vertici, mancate risposte hanno parlato i sindacati; disponibilità al confronto e a risolvere i problemi, salvando i nuclei di cure primarie le promesse della Asl. Una situazione che prelude a un braccio di ferro in mezzo al quale rischiano di finire schiacciati, come sempre, i (e le) pazienti del sistema sanitario provinciale.

Il presidente Stefano Di Giuseppe: “Riteniamo che l’azienda sanitaria debba chiarire una volta per tutte se i dati esfiltrati siano tutti ancora in suo possesso. Quindi tutti questi dati sono stati sottoposti a backup? Sono possibili i rischi di discriminazione, disagio psicologico, umiliazione, danni alla reputazione o altri danni materiali o immateriali”

Duro attacco delle Rsa e di Filt Cgil, Filt Cisl, Uiltrasporti, Sla Cisal e Ugl, che chiedono di conoscere chi è il soggetto responsabile delle decisioni che impattano sulle retribuzioni dei dipendenti. Diffida alla società Anas per ottenere l’inserimento della 14esima mensilità negli emolumenti di questo mese di giugno

Tra le problematiche al centro del sit-in le lunghe liste d’attesa, il personale sanitario carente, lo smantellamento dei nuclei di cure primarie. La replica dell’azienda sanitaria: “La Asl 1 condivide la preoccupazione e l’impegno derivanti dalle misure politiche nazionali in materia sanitaria adottate negli ultimi anni. Si oppone ad alcune fittizie ricostruzioni riguardanti una presunta assenza di dialogo con i rappresentanti del presidio odierno”.

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